1. ALCOOL

Una modesta dose di bevande alcoliche assunte a stomaco pieno non è dannosa per i diabetici e non influenza l’equilibrio metabolico, al contrario l’assunzione di superalcolici soprattutto lontano dai pasti può essere responsabile di severe ipoglicemie.

Controindicata l’assunzione di alcolici nei diabetici con malattie del fegato, del pancreas, dislipidemie, neuropatie e in gravidanza.

  1. ANALOGHI DELL’INSULINA

Sono insuline modificate mediante la tecnica del DNA ricombinante allo scopo di ottenere una insulina con proprietà diverse rispetto a quella originale. Sono attualmente disponibili solo analoghi ad azione rapida (Lispro, Lilly – Aspart, Novo) in grado di controllare meglio, delle attuali insuline ugualmente ad azione rapida, il picco glicemico post-prandiale.

Sono attualmente disponibili anche analoghi ad azione ritardo (Glargine, Deglutec) in grado di controllare, grazie all’assorbimento costante e alla loro lunga durata di azione (24-72 ore), l’iperglicemia interprandiale e quella mattutina. Non avendo un picco d’azione pronunciato riducono il rischio di ipoglicemia, specie notturna, e rendono più’ stabile il profilo glicemico.

  1. ANTICORPI ANTI-GAD

Sono anticorpi anti-glutamico-acido-decarbossilasi, il loro dosaggio è utile nella diagnostica del diabete di tipo 1 immuno-mediato  e per la predizione della malattia in soggetti non ancora diabetici.

  1. ANTICORPI ANTI-INSULA PANCREATICA (ICA)

Sono gli anticorpi anti-isola pancreatica. Insieme agli altri anticorpi indicano la presenza di un diabete di tipo 1 immuno-mediato  e il loro dosaggio è utile per la predizione della malattia in soggetti non ancora diabetici.

  1. ARTERIOPATIA PERIFERICA

Indica il coinvolgimento vascolare del distretto arterioso degli arti inferiori.

Nel diabetico l’arteriopatia può insorgere più precocemente ed è a più rapida evoluzione e più grave rispetto al soggetto non diabetico. Da qui l’importanza della prevenzione che consiste oltre che nel buon controllo del diabete anche nel controllo dell’ipertensione arteriosa, delle dislipidemie e nell’abolizione del fumo. L’arteriopatia è, insieme alla neuropatia, una delle cause dello sviluppo del piede diabetico.

  1. ASSOCIAZIONE DIABETICI

Sono associazioni di volontariato che aggregano diabetici di una città, provincia o di una regione. Hanno lo scopo di forgiare una maggiore presa di coscienza e conoscenza del diabete non solo nei pazienti ma anche nella popolazione e in tutti coloro che operano nell’ambito di organizzazioni e istituzioni socio-sanitarie. Come “mission”, fra le altre, hanno quella di rappresentare le persone con diabete presso le Istituzioni politiche ai fini della tutela dei diritti degli stessi nel campo socio-sanitario.

Nella città di Bologna operano attivamente due associazioni rispettivamente dell’adulto e del bambino (ADB e AGD), entrambe necessitano del supporto fattivo di quanti sono affetti da diabete che può concretizzarsi attraverso l’iscrizione, donazioni, o sostegni di altra natura.

  1. ASSOCIAZIONE DIABETICI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA (ADB) –Onlus

Via Isabella Andreini n. 29/a  – Quartiere San Donato – 40127 Bologna

Tel/Fax 051 6330405  – sito web:  www.associazionediabeticibologna.it

C.F. 92008700376;  e-mail  assdiabo@libero.it

Iscritta al Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato (codice SITS 1305)

Provvedimento di Iscrizione n. 10274 del 24/09/1999 della Provincia di Bologna

Personalità  giuridica con DPGR del 25 11 1991 n. 726

  1. ASSOCIAZIONE PER L’AIUTO AI GIOVANI DIABETICI DI BOLOGNA (AGD)

Via F.lli Cervi 18/d – 40019 Sant’Agata Bolognese (BO)

Tel. 329/2942245- sito web: www.agd-bo.net

C.F. 92002100375  – Iscrizione al Registro delle Organizzazioni di Volontariato n. 307 del 14/04/95

  1. ATTIVITA’ FISICA

E’ parte integrante della terapia del diabete. Oltre a donare una sensazione di benessere, aumenta la sensibilità all’insulina, riduce i valori glicemici e apporta notevoli benefici all’apparato cardiovascolare favorendo la riduzione del peso corporeo, pressione arteriosa e colesterolemia.

L’attività fisica va adeguata all’età, alle condizioni generali del paziente, al grado di allenamento fisico e alla presenza o meno di complicanze. Un’attività fisica troppo faticosa potrebbe essere infatti rischiosa nei diabetici con severe complicanze quali la retinopatia e le malattie cardiovascolari. Nei pazienti con neuropatia degli arti inferiori è necessario fare notevole attenzione al rischio di ulcere del piede che possono essere causate da calzature inadeguate.

  1. AUTOCONTROLLO

L’autocontrollo della glicemia è uno strumento universalmente riconosciuto, indispensabile nella cura del diabete. Autocontrollo vuol dire sorvegliare l’andamento dell’equilibrio glico-metabolico attraverso l’autovalutazione della glicemia nei vari momenti della giornata: a casa propria, sul posto di lavoro, a scuola, in viaggio e in altre circostanze. All’autocontrollo dovrebbe sempre abbinarsi l’autogestione.

Oggi sono disponibili i cosiddetti “sensori”, strumenti in grado di effettuare una rilevazione continua della glicemia in maniera non invasiva, cioè senza  la fastidiosa puntura del dito. Il sensore, della grandezza di una moneta da 2 euro, si applica sulla cute e rileva in continuo la glicemia il cui valore viene trasmesso a un lettore e osservato  dal paziente ogni qualvolta desidera verificare il proprio livello glicemico

  1. AUTOGESTIONE

Indica la capacità di modificare autonomamente l’alimentazione, l’attività fisica e le dosi di insulina in base ai valori glicemici, allo scopo di mantenere valori glicemici i più possibili vicini a quelli normali anche in situazione difficili quali l’esercizio fisico, viaggi, malattie, gravidanza ecc.

E’ ampiamente dimostrato che un soggetto che è in grado di attuare l’autocontrollo e l’autogestione impara a convivere più serenamente con la propria malattia, raggiunge una maggiore autosufficienza, un migliore grado di controllo della malattia, procrastina l’insorgenza delle complicanze croniche e migliora la propria qualità e spettanza di vita.

  1. BEVANDE

La bevanda ideale per il diabetico è l’acqua naturale poichè priva di calorie e di nutrienti e non interferisce con il metabolismo dei carboidrati. Da considerarsi benevolmente il thè e il caffè leggeri, purchè dolcificati con aspartame, e il succo di pomodoro fresco. E’ necessario fare attenzione a tutte le bibite analcoliche e ai succhi di frutta in quanto contengono quantità anche molto elevate di zuccheri. Ad esempio la Coca Cola contiene 10% di zucchero per cui una lattina da 330 cc ne contiene circa 33 grammi.

  1. BIOTESIOMETRO

E’ uno strumento che serve per valutare la soglia di sensibilità vibratoria. Un aumento della soglia esprime un danno delle fibre nervose ed è quindi indicativa della presenza di neuropatia.

  1. CALORIE

Così come un’automobile ha bisogno di benzina per poter funzionare, così il corpo umano ha bisogno di alimenti che forniscono l’energia indispensabile per il suo funzionamento. Le calorie rappresentano la quantità di energia che deriva dalla combustione degli alimenti. Il fabbisogno calorico varia in ognuno di noi ed è strettamente correlato a diversi fattori come:  tipo di lavoro, attività fisica, età, peso corporeo, costituzione fisica.

  1. CARBOIDRATI O ZUCCHERI

Sono per lo più di origine vegetale. Si dividono in zuccheri semplici quali glucosio, fruttosio e lattosio e in zuccheri complessi come quelli che si trovano nella pasta, riso, pane, patate. Un grammo di zuccheri produce 4 calorie.

  1. CELLULE BETA

Sono le cellule del pancreas, all’interno delle insule, specializzate nella produzione di insulina.

  1. CENTRO SPECIALISTICO DI DIABETOLOGIA

E’ una Struttura in cui operano diabetologi che si prendono cura, in senso lato, dei pazienti affetti da diabete. Presso l’U.O. di Diabetologia del Policlinico S.Orsola-Malpighi la presa in carico è continuativa per i diabetici di tipo 1 e 2 insulino-trattati e complicati, prevede almeno un controllo annuale per i diabetici di tipo 2 non insulino trattati e non complicati (Progetto Diabete Città di Bologna). La struttura è dotata di ambulatori attrezzati per la cura dei pazienti esterni, e di letti di degenza per il ricovero dei pazienti più complessi.

A Bologna vi sono altre Strutture che erogano assistenza ai diabetici:  all’ ospedale Maggiore, presso il Centro Hercolani ed altre sparse sul territorio dell’area metropolitana.

  1. CHETOACIDOSI DIABETICA

Si tratta di una grave complicanza acuta del diabete dovuta alla presenza nel sangue e nelle urine di una gran quantità di corpi chetonici.

Segni d’allarme: sete intensa associata al bisogno di urinare frequentemente in presenza di glicemie persistentemente elevate, intensa glicosuria e forte presenza di chetoni nelle urine.

Si tratta di una situazione grave per la quale è richiesto un intervento immediato che consiste per lo più nella somministrazione di supplementi di insulina e liquidi.

E’ sempre opportuno comunque informare il proprio medico in quanto la situazione può sfuggire di mano al paziente con comparsa di vomito, dolori addominali, stato di torpore fino al coma.

  1. CHETONURIA

Indica la presenza nelle urine di corpi chetonici (acetone, acetacetato, idrossibutirrato) ed è espressione di un grave scompenso del diabete. Tracce minime di corpi chetonici possono essere presenti occasionalmente nelle urine anche dopo un’ipoglicemia, senza per questo rappresentare un pericolo.

  1. CLAUDICATIO INTERMITTENS

Significa dolore agli arti inferiori che compare con lo sforzo (deambulazione) e scompare dopo qualche minuto di riposo. E’ quasi sempre espressione di un difetto circolatorio a livello delle arterie che irrorano gli arti inferiori. In presenza di questi sintomi è indicato un esame doppler degli arti inferiori per valutare l’entità della compromissione  vascolare. Nelle forme gravi possono comparire, specie ai piedi, ulcere trofiche e gangrene.

  1. COMPLICANZE CRONICHE

Sono suddivise in complicanze microvascolari (retinopatia e nefropatia), neurologiche (neuropatia), macrovascolari (angina e infarto, ictus, vasculopatia periferica) e piede diabetico (ulcere e gangrene).

Quelle microvascolari si manifestano per lo più dopo molti anni di diabete, soprattutto nei pazienti in cattivo controllo metabolico; quelle macrovascolari invece possono essere presenti già al momento della diagnosi in molti diabetici di tipo 2.

  1. CONTRACCEZIONE

Nelle diabetiche va evitato il rischio di una gravidanza non desiderata e il concepimento durante una fase di cattivo controllo metabolico. Da qui l’importanza della scelta di un metodo di contraccezione adatto alla presenza del diabete. Esistono vari metodi di contraccezione:

  • Contraccettivi di tipo meccanico:
  • Profilattico: può essere usato tranquillamente ed è anche utile nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse. Può talora generare allergie.
  • Diaframma vaginale: sconsigliato nelle diabetiche perché può favorire l’insorgenza di infezioni delle vie urinarie.
  • Spirale o IUD: è sconsigliata nelle giovani diabetiche per il rischio di malattie infiammatorie della pelvi. Può essere presa in considerazione in donne non più giovanissime e che hanno già avuto gravidanze.
  • Contraccettivi di tipo farmacologico:
  • Pillola estroprogestinica: nelle diabetiche è consigliata la cosiddetta mini-pillola e cioè quella contenente soltanto basse dosi di progestinici. Le pillole contenenti estrogeni non sono consigliate soprattutto nelle donne predisposte a malattie cardiovascolari, e con complicanze micro – macrovascolari.
  • Metodi naturali:
  • Ogino-Knaus, temperatura basale, muco vaginale. Utili anche dal punto di vista educativo in quanto strumenti per l’autoconoscenza. Sono tuttavia poco affidabili soprattutto nel primo anno di menarca e in fase pre-menopausa a causa della variabilità dei flussi e dell’ovulazione.
  • Altri metodi:
  • Dispositivi a lettura computerizzata: esistono termometri elettronici che correlano la temperatura vaginale alla fase di ovulazione, e alle variazioni della resistenza elettrica del muco cervicale e della saliva.
  • Sterilizzazione mediante la chiusura delle tube può essere presa in considerazione nelle donne che hanno già avuto gravidanze e non ne desiderano altre. Trattandosi di una scelta drastica e definitiva la decisione va ben ponderata.
  1. COLESTEROLO

E’ un alcool steroideo presente sia nel sangue che in vari cibi di origine animale ( ad es. lardo, grasso, tuorlo d’uovo). Un eccesso di colesterolo nel sangue può favorire l’arteriosclerosi.

Vi sono due tipi di colesterolo, quello denominato LDL e quello HDL. Il primo è quello comunemente definito “cattivo” in quanto si accumula a livello delle arterie nelle placche ateromatose. Il secondo è il cosiddetto colesterolo “buono” in quanto rappresenta un fattore di protezione del sistema vascolare. La somma dei due più quello contenuto nei trigliceridi costituisce il colesterolo totale.

  1. COMA DIABETICO

Si tratta di una grave alterazione dello stato di coscienza dovuta al diabete. Può essere dovuto a una grave ipoglicemia (coma ipoglicemico) o a un persistente e marcato stato iperglicemico (coma iperglicemico). In ogni paziente in stato di incoscienza va valutata la glicemia e va chiamato urgentemente il medico per i provvedimenti del caso.

  1. COSTI

La malattia diabetica impone gravi oneri economici ai pazienti e alla società. I costi diretti comprendono le spese sanitarie (farmaci, ricoveri, ecc.); i costi indiretti sono quelli derivanti dall’inabilità e invalidità con perdita della capacità produttiva del paziente; i costi intangibili e psico-sociali sono quelli non quantificabili e rappresentati dallo stress, dal dolore e dall’ansia che il diabete impone al paziente e alla famiglia. La prevenzione e il precoce riconoscimento del diabete insieme ad una buona assistenza sono i mezzi più idonei, non solo per ridurre i costi, ma anche per migliorare la qualità di vita del paziente diabetico.

  1. CREATININEMIA

Indica la concentrazione di creatinina nel sangue. Un eccesso di creatinina significa che il rene non funziona bene in quanto non è in grado di filtrare sufficientemente il sangue e di eliminare le scorie che continuamente si formano a seguito dei processi metabolici.

  1. DIABETE GESTAZIONALE

Fa riferimento alla presenza di diabete durante una gravidanza in una donna che prima della gravidanza risultava non essere diabetica.

  1. DIABETE TIPO 1 

E’ quello che insorge per lo più prima dei 30 anni, con esordio acuto caratterizzato da sintomi quali sete intensa, urine abbondanti, dimagrimento, stanchezza, infiammazione e prurito ai genitali. A causa della grave carenza secretoria di insulina da parte delle b-cellule del pancreas, spesso fin dall’esordio si rende necessaria la terapia iniettiva con una o più dosi di insulina. Fra le cause fattori immunitari e fattori ambientali (alimentazione, infezioni virali??) non ancora noti

  1. DIABETE TIPO 2

E’ quello che insorge di solito dopo i 30 anni con maggiore frequenza dopo i 45-60 anni, a volte in maniera asintomatica, in soggetti in sovrappeso od obesi con familiarità positiva per la stessa patologia. Accanto ai fattori genetici, un ruolo decisivo è svolto da una alimentazione eccessiva e ricca di glucidi, dalla sedentarietà, dall’eccesso ponderale e da altri fattori (stress, malattie, farmaci). Il cardine della terapia è la dieta, l’attività fisica e gli ipoglicemizzanti orali in grado di stimolare il pancreas  o di migliorare  la sensibilità all’insulina da parte dei tessuti periferici (muscoli, tessuto adiposo, fegato). Col passare degli anni anche i diabetici di tipo 2 possono richiedere il trattamento insulinico per l’esaurimento della funzione pancreatica delle b-cellule.

  1. DIALISI

Quando la nefropatia giunge alla fase di insufficienza renale cronica terminale, è necessario che la funzione renale di infiltrazione del sangue venga sostituita dal trattamento dialitico. Questo avviene per lo più quando la creatinina nel sangue supera i 4-6 mg/dl.

  1. DIARIO GLICEMICO

E’ la sede dove vanno annotati giorno per giorno i risultati dei test del sangue e delle urine e altre informazioni quali l’orario dei pasti, trasgressioni alimentari, attività fisica, stress particolari, variazioni  terapeutiche. Il diario va portato con se ad ogni visita di controllo ed esibito al proprio diabetologo.

  1. DISFUNZIONE ERETTILE

E’ una complicanza frequente nel diabete che consiste nell’incapacità di raggiungere o mantenere una erezione tale da consentire un rapporto sessuale soddisfacente. E’ spesso associata ad una lunga durata della malattia e alla presenza di complicanze neurologiche e vascolari. Chi ne è affetto dovrebbe parlarne con il proprio Diabetologo in quanto vi sono notevoli possibilità dal punto di vista terapeutico, quali interventi di tipo farmacologico, chirurgico e psicologico, nel caso di una componente emotiva.

  1. DOLCIFICANTI

Vi sono due tipi di dolcificanti: a) calorici con un potere calorico pari o leggermente inferiore a quello dello zucchero; b) ipocalorici (di sintesi) con un potere dolcificante notevolmente superiore a quello dello zucchero, motivo per cui vengono pertanto somministrati in microquantità.

  • Dolcificanti calorici:
  • Saccarosio (comunemente chiamato zucchero), un disaccaride composto da una molecola di glucosio e da una di fruttosio. Il suo potere dolcificante è di 4 kcal/grammo.
  • Fruttosio, un monosaccaride che possiede un potere dolcificante doppio rispetto al saccarosio ma lo stesso potere calorico. E’ acariogeno e il suo metabolismo è indipendente dalla secrezione di insulina.
  • Sorbitolo è un polialcole monosaccaridico, ha un potere dolcificante inferiore al saccarosio e un effetto moderatamente lassativo.
  • Dolcificanti ipocalorici:
  • Aspartame, composto da due aminoacidi (acido aspartico e fenilalanina), ha un potere dolcificanti 200 volte superiore a quello dello zucchero. Non è stabile al calore prolungato e non può quindi essere utilizzato nella preparazione dei dolci che richiedono una prolungata esposizione al calore. Sconsigliato l’uso in gravidanza e allattamento.
  • Saccarina, composto acalorico che viene eliminato intatto nelle feci e nelle urine. Presenta un potere dolcificante 300-500 volte superiore a quello del saccarosio. E’ stabile al calore e quindi può essere utilizzato nella preparazione di dolci sottoposti a cottura. Sconsigliato l’uso in gravidanza e allattamento.
  1. EFFETTO ALBA

Indica l’iperglicemia che spesso si verifica nei diabetici all’alba o al momento del risveglio, può essere dovuta a un’eccessiva secrezione di ormoni iperglicemizzanti non  controbilanciata da una adeguata insulinizzazione in quella fase della giornata.

  1. EFFETTO SOMOGYI (effetto rebound)

Si tratta di un’iperglicemia che si verifica dopo (reattiva) un episodio ipoglicemico che a volte può essere del tutto asintomatico. E’ molto frequente nei diabetici e può causare gravi oscillazioni della glicemia (diabete instabile).

  1. ELETTROMIOGRAFIA

E’ un’indagine diagnostica utile per individuare o confermare il sospetto clinico di una neuropatia. Con essa è possibile valutare la velocità di conduzione nervosa sensitiva e/o motoria la cui riduzione è espressione di una compromissione delle fibre nervose.

  1. EMOGLOBINA GLICATA

E’ un test biochimico che si effettua su un prelievo di sangue venoso che viene effettuato periodicamente per avere informazioni sul grado di controllo metabolico nei due mesi precedenti il prelievo.

I diabetici dovrebbero tendere ai valori normali che sono inferiori al 6.0%, tuttavia sono ritenuti accettabili anche valori inferiori a 7.0- 7,5%.

  1. EPIDEMIOLOGIA

Indica la frequenza di una determinata patologia in una popolazione. Nella provincia di Bologna il diabete di tipo 1 è presente in due abitanti su mille mentre il diabete di tipo 2 è ben più frequente coinvolgendo ben 50 abitanti su 1000. Va sottolineato che molti diabetici non sanno di esserlo in quanto in molti casi è del tutto asintomatico.

  1. EREDITARIETA’ DEL DIABETE

Indica la trasmissione genetica ai figli della predisposizione ad ammalarsi di diabete. Il rischio ereditario è maggiore per il diabete di tipo 2 specie se intervengono fattori esterni quali obesità, vita sedentaria e stress.

  1. FIBRE ALIMENTARI

Si trovano principalmente nelle verdure (melanzane, carciofi, cavolfiori, pomodori, radicchio, ecc.), nella frutta (mele, pere, albicocche, arance, ecc.), nei legumi (ceci, fagioli, ecc.) e nei cereali (crusca, pane integrale, polenta). Rallentano l’assorbimento dei carboidrati, riducono il tasso di colesterolo e inducono un senso di sazietà che le rendono indicate nei soggetti in soprappeso, favorendo il calo ponderale.

  1. FLUORANGIOGRAFIA

E’ un’indagine che deve essere eseguita periodicamente nel soggetto diabetico. A differenza della semplice ispezione del fondo oculare permette di vedere lo stato della retina in maniera molto più dettagliata e di valutare se il paziente necessita o meno di un trattamento laser. Si esegue eseguendo foto seriate del fondo oculare dopo aver iniettato in vena la fluorescina, una sostanza colorante che, oltre a permettere una migliore visualizzazione dei vasi retinici, determina una momentanea colorazione giallastra della cute.

  1. FONDO DELL’OCCHIO

E’ un’indagine che deve essere eseguita periodicamente nel paziente diabetico in quanto consente di valutare la presenza di una sofferenza della retina. E’ un esame molto semplice che viene eseguito dopo dilatazione farmacologica della pupilla da parte dell’Oculista.

  1. FUMO

Il fumo, oltre a favorire lo sviluppo di tumori, presenta altri effetti dannosi soprattutto a livello vascolare con aumento del rischio di infarto, ictus, ischemia e gangrena a livello delle gambe e dei piedi.

  1. GLICEMIA

Indica la quantità di glucosio nel sangue. A digiuno sono considerati normali i valori oscillanti fra 60-100 mg/dl.

  1. GLICOSURIA

Indica la presenza di glucosio nelle urine. Un diabetico in buon compenso non dovrebbe presentare glucosio nelle urine, al pari del soggetto non diabetico.

44.GLITAZONI

I Glitazoni sono una classe di farmaci in grado di aumentare la sensibilità all’insulina nei tessuti che è ridotta nel diabete di tipo 2 e rappresenta una delle maggiori cause della malattia.

Sono agonisti del PPARγ, un tipo di recettore localizzato all’interno del nucleo cellulare, nel tessuto adiposo, nelle cellule beta del pancreas, nell’endotelio vasale e nei macrofagi e anche nel muscolo scheletrico, nel cuore, nel fegato, nella milza, nell’intestino e nel surrene.

Agiscono riducendo l’insulino-resistenza. Nei pazienti con inadeguato controllo glicemico, riducono i livelli di emoglobina glicata e la glicemia, in particolare quella a digiuno

  1. GRAVIDANZA

Anche una donna diabetica al pari della non diabetica può avere una gravidanza sicura purché pianificata in precedenza e vengano adottati alcuni accorgimenti.

Nel periodo del concepimento il controllo metabolico deve essere il più accurato possibile in quanto uno scompenso metabolico evidenziato da elevati livelli di emoglobina glicata  aumenta il rischio di malformazioni fetali.

Durante la gravidanza il diabete va attentamente controllato con un monitoraggio glicemico giornaliero e con uno schema di trattamento insulinico intensivo (4 iniezioni al dì o l’uso del microinfusore). Oltre al controllo glicemico, da effettuarsi 4 volte al giorno, è necessario effettuare al mattino a digiuno il dosaggio della chetonuria a causa dell’effetto tossico dei corpi chetonici sul feto. In gravidanza non è utile il dosaggio della glicosuria in quanto è possibile avere glicosuria non accompagnata da iperglicemia (glicosuria normoglicemica).

In gravidanza è sconsigliato l’uso di ipoglicemizzanti orali e l’uso di dolcificanti ipocalorici.

La cura del diabete in gravidanza è di stretta competenza del diabetologo.

  1. HLA

Nella genesi del diabete di tipo 1 concorrono fattori genetici. In particolare è stata riscontrata un’associazione con alcuni geni dell’HLA situati nel braccio corto del cromosoma 6. I soggetti portatori degli alleli DQ2-DR3 e DQ8-DR4 sono più esposti al diabete, quelli portatori degli alleli DQ6-DR2 al contrario, sono più protetti ed hanno quindi meno probabilità di sviluppare un diabete di tipo 1.

  1. ICA (Islet Cell Antibodies)

Sono autoanticorpi diretti contro le cellule delle isole pancreatiche che si riscontrano nell’85-90% dei casi nel diabete di tipo 1 al suo esordio. Rappresentano un marker della distruzione immunitaria delle b-cellule.

  1. INDICE GLICEMICO

Indica la capacità di un alimento di aumentare il livello di glicemia. Ad esempio a parità di peso, la pasta e il riso alzano la glicemia molto meno rispetto al pane, patate e polenta. Le lenticchie e i fagioli, fra i legumi, sono quelli a minor indice glicemico.

  1. iniettori a getto

Sono dispositivi che consentono di iniettare l’insulina senza ago grazie ad un’elevata pressione esercitata nel serbatoio (di scarso utilizzo).

  1. INSULINA

E’ un ormone prodotto dalle cellule b-pancreatiche che ha la funzione di ridurre i livelli di glicemia nel sangue. L’insulina è indispensabile per la vita in quanto la sua funzione è quella di fare entrare il glucosio all’interno delle cellule affinché possa essere utilizzato come fonte di energia.

In un soggetto normale l’insulina viene prodotta continuamente in piccole quantità dal pancreas anche durante il digiuno ma è soprattutto dopo l’assunzione di cibo che si raggiungono i picchi più elevati. La ridotta o la mancata produzione di insulina rappresenta il principale fattore causale della malattia diabetica.

  1. INSULINO-RESISTENZA

Indica una scarsa sensibilità dei tessuti all’insulina sia endogena che quella esogena usata a scopo terapeutico. E’ più frequente nei diabetici di tipo 2, specie se in sovrappeso, obesi e sedentari.

  1. IPERGLICEMIA

Indica un valore di glicemia a digiuno o post prandiale al di sopra dei valori normali.

  1. IPERTENSIONE

Indica un aumento della pressione arteriosa del sangue. Rappresenta un importante fattore di rischio sia per la microangiopatia (retinopatia, nefropatia) che per la macroangiopatia (infarto, ictus, arteriopatia o gangrena degli arti inferiori). I diabetici dovrebbero verificarne periodicamente i livelli con l’obiettivo di tenere i valori costantemente al di sotto di 130 mmHg di sistolica e 85 mmHg di diastolica.

  1. INCRETINE

Le incretine sono ormoni prodotti a livello gastrointestinale e sono principalmente:

GLP-1 (Glucagon-like peptide 1), prodotto dalle cellule L dell’ileo/colon;

GIP (Glucose-dependent insulinotropic peptide), prodotto dalle cellule K del duodeno.

Questi ormoni, secreti dopo i pasti, specialmente il GLP-1, hanno la funzione di controllare la glicemia in vari modi:

  • aumentando la secrezione di insulina da parte delle cellule beta del pancreas;
  • diminuendo la secrezione di glucagone (antagonista dell’insulina) da parte delle cellule alfa del

pancreas;

  • rallentando la motilità e dunque lo svuotamento gastrico (rendendo più “soft” la curva glicemica

e diminuendo l’appetito.

  1. INIBITORI DELLE DPP-4

Gli inibitori della dipeptidil-peptidasi IV (inibitori della DPP-4) o gliptine, sono una classe di farmaci antidiabetici orali che possono essere utilizzati per il trattamento del diabete mellito di tipo 2.

Aumentano i livelli circolanti delle incretine GLP-1 e GIP che a loro volta inibiscono la secrezione del glucagone, con conseguente abbassamento della glicemia, incremento della secrezione di insulina e diminuzione dello svuotamento gastrico.

  1. IPOGLICEMIA

Si intende una concentrazione glicemica inferiore a 70 mg/dl e si accompagna ad una serie di sintomi caratterizzati da sudorazione, ansia, tachicardia, fame, alterazioni del comportamento fino a torpore psichico e coma, qualora non vi si ponga rimedio. La sintomatologia ipoglicemica può variare da individuo a individuo e a seconda della rapidità della riduzione glicemica. Le principali cause dell’ipoglicemia sono:

  • un’eccessiva quantità di insulina nella terapia
  • l’utilizzo di un’insulina errata (ad esempio insulina rapida invece di un’insulina lenta)
  • insufficiente apporto alimentare (pasto più ridotto rispetto a quello previsto)
  • eccessivo intervallo di tempo fra iniezione di insulina e pasto
  • assunzione di bevande alcoliche soprattutto a digiuno
  • esercizio fisico non previsto o prolungato.

La terapia consiste nell’assunzione immediata di 15 grammi di zucchero ripetendo la somministrazione a distanza di alcuni minuti qualora i sintomi dovessero persistere.

  1. IPOGLICEMIZZANTI ORALI

Sono farmaci che vengono assunti per bocca e che hanno la funzione di diminuire i livelli di glucosio nel sangue. Vengono prescritti dal Diabetologo nei pazienti con diabete di tipo 2 nei quali è ancora presente una produzione propria di insulina da parte del pancreas. Non sono indicati generalmente per ildiabete di tipo 1.

  1. ISOLE DI LANGHERANS

Sono agglomerati di cellule che formano appunto delle “isole” all’interno del pancreas, che come sappiamo, è un organo deputato anche alla secrezione di enzimi utili per la digestione.

Nel pancreas vi sono circa un milione di isole di Langherans che contengono cellule b produttrici di insulina, cellule a produttrici di glucagone, e numerose altre cellule in grado di produrre altre sostanze ormonali.

  1. LANCETTA

E’ un dispositivo monouso da inserirsi nel pungidito, necessario per forare il polpastrello così da consentire la fuoriuscita di una goccia di sangue per il test della glicemia.

  1. LASERTERAPIA

Si intende la fotocoagulazione con tecnica laser di aree della retina. Viene attuata nei diabetici che, a causa della patologia, hanno sviluppato una forma severa di retinopatia con grave rischio per la funzione visiva. La fotocoagulazione laser è in grado di stabilizzare la retinopatia evitando il pericolo di una rapida evoluzione della stessa verso la cecità.

61.   LIPIDI

Sono grassi sia di origine vegetale come l’olio, sia di origine animale come il burro, panna, lardo, pancetta, ecc. I primi, mono-poliinsaturi, sono da preferire a quelli di origine animale, saturi. Quest’ultimi sono infatti implicati nei processi di aterogenesi. Un grammo di grassi produce 9 calorie.

  1. LIPOIPERTROFIA

Consiste nella formazione di noduli di tessuto adiposo a livello sottocutaneo, dovuti alla iniezione cronica di insulina nella stessa sede. La rotazione dei siti e dei lati di iniezione è alla base della prevenzione e cura degli stessi.

  1. LUNA DI MIELE

Subito dopo l’esordio del diabete spesso si verifica, a seguito della correzione dello squilibrio metabolico acuto, una fase di remissione transitoria della malattia denominata appunto “luna di miele”. Essa è dovuta ad un parziale recupero della funzione b-cellulare pancreatica e può durare da alcuni mesi fino a qualche anno.

  1. MACROANGIOPATIA

E’ una complicanza del diabete, espressione di un danno dei grossi vasi quali quelli cerebrali, degli arti inferiori e del cuore. Comprende la cardiopatia ischemica e l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale e la vasculopatia degli arti inferiori. I principali fattori di rischio sono: il cattivo controllo metabolico, obesità, ipertensione, dislipidemie e fumo.

  1. MACROSOMIA

La presenza di un feto macrosomico (cioè di peso maggiore rispetto all’età gestazionale) è di frequente osservazione nella gravidanza diabetica e può rendere necessario il ricorso al parto cesareo. Si definiscono macrosomici i neonati di peso superiori ai 4 Kg. Fra le cause pare vi sia l’iperinsulinemia fetale indotta dall’insufficiente controllo glicemico materno.

  1. MICROALBUMINURIA

Indica un’eccessiva eliminazione di albumina con le urine ed è la spia di una iniziale nefropatia diabetica. I valori microalbuminurici sono compresi fra 30 e 300 mg nelle 24 ore.

La valutazione della microalbuminuria dovrebbe essere eseguita almeno una volta all’anno qualora negativa e 1 volta ogni sei mesi in caso di valori patologici.

  1. MICROANEURISMI

Rappresentano la lesione più elementare nel corso della retinopatia diabetica. Si tratta di una dilatazione dei capillari dovuta ad una scarsa irrorazione della retina. La loro presenza indica una sofferenza dei vasi retinici causata dall’iperglicemia e la necessità di un controllo metabolico ottimale.

  1. MICROANGIOPATIA

E’ una complicanza del diabete, espressione di un danno dei piccoli vasi ed è principalmente conseguenza dell’iperglicemia cronica. Comprende la nefropatia, retinopatia e neuropatia.

  1. MICROINFUSORI DI INSULINA

E’ uno strumento in grado di infondere insulina in continuo secondo un protocollo concordato con il Diabetologo. Al momento del pasto, schiacciando un pulsante, si infonde una quantità di insulina supplementare (bolo) per far fronte alle necessità metaboliche determinate dall’assunzione di cibo. Con il microinfusore è possibile ottenere un compenso migliore che con le modalità di somministrazione convenzionale per via sottocutanea, tuttavia se ne consiglia l’uso soltanto in pazienti altamente motivati, in grado di attuare l’autocontrollo e l’autogestione ed in grado di recepire le istruzioni che sono alla base del suo funzionamento. E’ il gold-standard della terapia insulinica  nel paziente diabetico.

  1. MILLENOVECENTOVENTUNO

E’ la data più importante nella storia della malattia diabetica; nei laboratori del General Hospital di Toronto in Canada Banting e Best isolarono l’insulina dal pancreas di cane consentendo la sopravvivenza di milioni di diabetici.

  1. NEFROPATIA

E’ una complicanza del diabete in cui vengono coinvolti i reni che non riescono più a svolgere perfettamente  la loro funzione. Può evolvere fino all’insufficienza renale con conseguente necessità di dialisi o trapianto. La “salute” del rene può essere verificata con il dosaggio periodico della microalbuminuria e della creatinina.

  1. NEUROPATIA

E’ una complicanza del diabete in cui vengono colpiti i nervi periferici. I sintomi comprendono dolore, formicolii, e perdita della sensibilità a livello dei piedi ed inoltre tachicardia, impotenza, disturbi gastrointestinali (difficoltà digestive e diarrea). Insieme alla vasculopatia può essere all’origine dello sviluppo di ulcerazioni del piede (piede diabetico).

  1. OBESITA’

Si parla di obesità quando il BMI (Body Mass Index) supera il valore di 30. Valori compresi fra 25-30 indicano una condizione di sovrappeso.

Chiunque è in grado di valutare il proprio BMI con una semplice formula dividendo il proprio peso per il quadrato dell’altezza espresso in metri (ad esempio se un individuo pesa 90 Kg ed è alto 1.68, il suo BMI sarà di 31.9 (90:1.682 e cioè 90:2.82= 31.9).

  1. OBIETTIVI TERAPEUTICI

A livello internazionale esistono dei valori di riferimento per quanto riguarda i parametri del controllo glicemico e cioè glicemia a digiuno, post-prandiale, bed-time (prima di andare a letto) ed emoglobina glicata.

Valori ottimali: glicemia a digiuno 80-120; glicemia post-prandiale e bed-time: 100-140; emoglobina glicata < 7%.

Valori accettabili: glicemia a digiuno <140, glicemia post-prandiale <180, glicemia bed-time <160, emoglobina glicata < 8%.

Va precisato che gli obiettivi terapeutici ottimali sono da perseguire per lo più nei pazienti giovani in cui è più elevato il rischio di sviluppo e progressione delle complicanze. Obiettivi terapeutici accettabili sono invece da perseguire nei pazienti in cui, sia per l’età avanzata che per le condizioni generali compromesse, sia sufficiente realizzare un obiettivo terapeutico minimo, evitando iperglicemie sintomatiche o ipoglicemie.

  1. PANCREAS

E’ una grossa ghiandola annessa all’apparato digerente, di forma allungata, che ha una duplice funzione: secernere i succhi digestivi e sostanze ormonali tra cui l’insulina.

  1. PATENTE

La Commissione Medica ha stabilito precise norme per il rilascio o rinnovo della patente automobilistica ai pazienti affetti da diabete. A tali norme tutti dovrebbero attenersi per evitare spiacevoli lungaggini burocratiche.

  1. penne da insulina

Sono strumenti che consentono la somministrazione di insulina con una modalità differente da quella tradizionale rappresentata dalle siringhe. Nelle penne sono inserite cartucce da insulina. All’estremità inferiore vengono avvitati gli aghi che possono avere diametri e lunghezza diverse, mentre all’estremità superiore vi è una manopola graduata che consente di selezionare la dose di insulina da iniettare.

Rispetto alle siringhe non consentono di miscelare due insuline diverse.

  1. PEPTIDE C

Il dosaggio del peptide-C viene usato a scopo diagnostico per valutare la capacità insulino-secernente del pancreas nei soggetti diabetici che fanno uso di insulina.

Il peptide C è un frammento proteico composto da 35 aminoacidi che viene prodotto dalle b-cellule pancreatiche insieme all’insulina, quindi se il pancreas è in grado di produrre C-peptide di riflesso sarà capace di secernere anche l’insulina.

Dosando l’insulina anziché il peptide C nei soggetti che ne fanno uso per la cura del diabete si correrebbe il rischio di dosare l’insulina che viene iniettata e non quella realmente prodotta dal pancreas ricavando informazioni errate riguardo alla funzionalità reale del pancreas.

  1. PIEDE DIABETICO

Rappresenta una frequente e grave complicanza del diabete. Le lesioni iniziali sono le ulcerazioni che, se non curate precocemente e adeguatamente, possono infettarsi ed evolvere fino alla gangrena.

Il piede diabetico è causato dalla neuropatia e/o da disturbi circolatori agli arti inferiori o dalla coesistenza di entrambi. Può essere prevenuto con un buon controllo del diabete, con una corretta igiene dei piedi (pelle e unghie), con la cura delle callosità e delle unghie, ed evitando i traumi di natura chimica (callifughi), fisica (ustioni), e meccanica (tagli, scarpe inadeguate).

  1. PIZZA

E’ consentita nei diabetici in quanto oltre ad essere un alimento sano, è importante specie per i giovani che spesso si ritrovano in pizzeria per socializzare. Può sostituire un pasto poiché una pizza standard (pizza margherita) fornisce circa 542 calorie e contiene 106 gr di carboidrati, 11 gr di grassi e 11 gr di proteine. Spesso, per l’alto indice glicemico necessitano, negli insulino-trattati, di  alcune unità di insulina in più rispetto alla dose insulinica abituale.

  1. PRESIDI DIAGNOSTICI

Sono strumenti indispensabili al diabetico per l’attuazione dell’autocontrollo glicemico. Comprendono il reflettometro, il pungidito, le lancette e le strisce reattive. Vengono periodicamente forniti gratuitamente dall’Azienda USL di appartenenza esibendo la richiesta del diabetologo presso il quale si è in cura. Tale richiesta va rinnovata annualmente o in caso di variazione del fabbisogno.

  1. PRESIDI TERAPEUTICI

Sono strumenti indispensabili per la somministrazione dell’insulina e comprendono le siringhe, le penne, gli aghi, i cateteri per i microinfusori e gli iniettori a getto. Vengono forniti gratuitamente dall’Azienda USL di appartenenza esibendo la richiesta del diabetologo presso il quale si è in cura.

  1. PROGETTO DIABETE

E’ un progetto per l’Assistenza Integrata del diabetico di tipo 2, non insulino trattato e non complicato. L’assistenza è detta integrata in quanto vi è una stretta collaborazione fra Medici di Medicina Generale e Centri di Diabetologia per la cura del paziente. Il Progetto, che ha lo scopo di ampliare e migliorare le cure fornite al diabetico, si avvale di un protocollo ben preciso che prevede controlli trimestrali da parte del proprio medico “di famiglia” e almeno 1 visita annuale presso il Centro Specialistico.

84.   PROTIDI O PROTEINE

Sono per lo più di origine animale e sono contenute nella carne, pesce, formaggio, uova e latte. Sono indispensabili per un normale accrescimento corporeo.

Un grammo di proteine produce 4 calorie.

  1. Pungidito

Strumento composto da un apparato a molla caricabile nel quale viene inserita una lancetta. Fa parte del kit necessario all’autocontrollo della glicemia.

  1. REFLETTOMETRO O GLUCOMETRO

Strumento che utilizzando strisce reattive determina il valore della glicemia nel sangue capillare.

  1. RETINOPATIA DIABETICA

E’ una delle complicanze più frequenti in corso di diabete e coinvolge circa il 50% dei diabetici dopo vent’anni di malattia. Si sviluppa soprattutto nei pazienti che negli anni hanno presentato un cattivo controllo metabolico con un persistente stato iperglicemico.

Esiste una forma non proliferante ed una forma proliferante, più grave, nella quale l’unico trattamento efficace è rappresentato dal trattamento laser.

La retinopatia pur avendo fra la sua causa principale l’iperglicemia, può essere accelerata da fattori metabolici, dall’ipertensione arteriosa e da fattori genetici non ancora ben delineati.

  1. SALE

Va assunto in modiche quantità soprattutto in caso di ipertensione. Il sale è contenuto in notevole quantità negli alimenti conservati, scatolame e salumi. Oltre alla riduzione di tali alimenti è consigliabile aggiungere poco sale alla cottura dei cibi e insaporire preferibilmente con spezie o sale dietetico reperibile in farmacia.

  1. SENSORI GLICEMICI

Si tratta di apparecchi  che permettono in modo semplice, veloce e non invasivo di monitorare il livello di glucosio nel sangue in tempo reale e anche di fornire un quadro completo del profilo glicemico dei soggetti affetti da diabete. Con questa metodica i diabetici possono dire addio a quelle fastidiose punture utilizzando un semplice dischetto di piccole dimensioni (35 mm x 5 mm) che si applica sulla parte posteriore del braccio. Basta  avvicinare un lettore al sensore applicato sul braccio per conoscere i livelli di glucosio nel sangue e per avere un profilo glicemico completo.

90.   SINDROME METABOLICA

E’caratterizzata dalla contemporanea presenza nello stesso soggetto di diversi fattori di rischio cardiovascolare quali ad esempio: diabete, ipertensione, alterazioni lipidiche, sovrappeso od obesità, turbe della coagulazione del sangue. Coloro che sono portatori di questa sindrome sono particolarmente esposti a malattie dell’apparato cardiocircolatorio come ad esempio infarto miocardico, ictus cerebrale e vasculopatia periferica.

  1. siringa da insulina

Strumento più comunemente utilizzato per la somministrazione sottocutanea di insulina. Contengono 100 unità di insulina per millilitro, sono da preferire quelle senza spazio morto, con un volume di 0.3-0.5 ml e con ago di lunghezza fra 8-12.7 mm.

  1. SOGLIA RENALE

E’ il valore di glicemia al di sopra del quale il glucosio in eccesso viene eliminato con le urine. La soglia renale per il glucosio è di 180 mg/dl.

  1. SPORT

Qualora in buone condizioni psicofisiche, ben compensati dal punto di vista metabolico e in grado di autogestirsi, i diabetici possono praticare diversi tipi di sport.

Alcuni sport posso essere praticati da tutti, altri soltanto da alcuni, altri ancora sono del tutto sconsigliati.

  • Consigliati alla maggioranza in quanto non richiedono particolari doti fisiche e non espongono il diabetico a rischi particolari:
  • Corsa, sci e nuoto di fondo, bicicletta, equitazione, canottaggio, tennis, golf, bocce.
  • Consentiti qualora in possesso di particolari doti fisiche e ben allenati:
  • atletica leggera, sport di squadra, tennis, scherma, pattinaggio, tiro con l’arco, tiro al bersaglio.
  • Sconsigliati in quanto possono rappresentare un pericolo per sé e per gli altri:
  • sport motoristici, alpinismo, immersioni subacquee, vela in solitario, paracadutismo, pugilato, sport di potenza (sollevamento pesi, lanci, ecc.)
  1. strisce reattive

Sono strumenti che, inseriti nel reflettometro o tramite lettura visiva, consentono di effettuare test biochimici nel sangue (glicemia) e nelle urine (glicosuria e chetonuria).

  1. SULFONILUREE   

Sono i farmaci maggiormente utilizzati nel trattamento del diabete di tipo 2. Sono in grado di stimolare la secrezione di insulina da parte del pancreas in quei diabetici con ridotta capacità secretoria delle b-cellule.

Ve ne sono di diversi tipi e si distinguono per il loro potere ipoglicemizzante e proprietà farmacocinetiche. Il loro uso è sconsigliato in quei pazienti con gravi problemi epatici o renali, durante la gravidanza e l’allattamento, e nei pazienti in cui il pancreas non è più in grado di produrre insulina.

  1. TERAPIA INSULINICA INTENSIVA

Indica uno schema terapeutico basato su iniezioni multiple giornaliere di insulina (3 o più) o l’uso di un microinfusori di insulina. Consente di ottenere solitamente un controllo metabolico migliore rispetto alla terapia non intensiva con 1 o 2 iniezioni giornaliere.

  1. TRIGLICERIDI

Lipidi presenti sia nel sangue che in alimenti di origine animale. Al pari del colesterolo giocano un ruolo importante nello sviluppo e nella progressione dell’arteriosclerosi.

  1. VIAGGI

Prima di mettersi in viaggio sono necessari alcuni accorgimenti al fine di evitare il rischio di una possibile ipoglicemia o di uno scompenso del diabete. Massima attenzione dovrà essere posta soprattutto dai diabetici che si mettono alla guida di un autoveicolo.

  1. VIRUS DIABETOGENI

Alcuni virus quali il citomegalovirus, il virus della parotite e della rosolia, i virus Coxsackie B e alcuni Retrovirus possono, in soggetti predisposti, danneggiare le b-cellule direttamente o indirettamente  innescando il meccanismo autoimmunitario.

  1. ZUCCHERI SEMPLICI E COMPLESSI

Quelli semplici sono i mono e disaccaridi quali glucosio, fruttosio, lattosio, maltosio. Sono contenuti nella frutta, nel miele, nella canna da zucchero, latte e alcuni cereali. Possono causare un aumento rapido e consistente dei livelli glicemici.

Quelli complessi sono i polisaccaridi. Si trovano nel pane, pasta, riso, cereali, patate. Vengono assorbiti lentamente provocando aumenti più graduali della glicemia.

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